. 2003
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Ode a Walt Whitman

Io non ricordo
a che età,
né dove,
se nel grande, umido sud,
o sulla temibile
costa, sotto il breve
grido del gabbiano,
toccai una mano ed era
la mano di Walt Whitman:
solcai la terra
con i piedi nudi,
andai sull'erba,
sulla ferma rugiada di
Walt Whitman.

Durante
tutta
la mia gioventù
questa mano mi tenne compagnia
questa rugiada,
sua fermezza di pino patriarcale,
la sua vastità di prateria,
la sua missione di pace circolatoria.

Senza
sdegnare
i doni
della terra
né la copiosa
curva del capitello
né l'iniziale
purpurea
della saggezza,
tu
mi hai insegnato
ad essere americano,
hai sollevato
i miei occhi
ai libri,
verso
il tesoro
dei grani:
ampio
nella chiarità
nella pianura
mi hai fatto vedere
l'alto
monte
tutelare - Attraverso echi
sotterranei
per me
hai raccolto
ogni cosa,
tutto quel che è spuntato
è stato da te raccolto
galoppando nell'alfalfa,
cogliendo papaveri per me,
visitando
fiumi,
accudendo la sera
alle cucine.

Però non solo
terra
fu portata alla luce
dalla tua vanga:
hai dissotterrato
l'uomo
e lo schiavo
umiliato
con te, equilibrando
la negra "dignità" della statura,
camminò, conquistando
allegria.



Nuovi
anni crudeli nella tua terra,
persecuzioni,
lacrime,
prigioni,
armi avvelenate,
e guerre colme d'ira,
non hanno distrutto
l'erba del tuo libro,
la fonte vitale
della sua frescura.
E, ahimè!
chi
ha assassinato Lincoln
ora riposa sul suo letto,
hanno abbattuto
il suo seggio
di legno odoroso
ed hanno eretto un trono
bruttato
da sangue e sventura.

Però
canta nelle
stazioni suburbane
la tua voce,
e sui moli
vespertini,

come
acqua scura
la tua parola.
Il tuo popolo
bianco
negro,
popolo
di poveri
popolo semplice
come
tutti
i popoli,
non dimentica
la tua campana:
si riunisce cantando
sotto
la magnitudine
della tua vita spaziosa.
Cammina tra i popoli con il tuo amore
carezzando
il puro crescere della fraternità sulla terra.

[Pablo Neruda: da Homenaje a Walt Whitman, Didier Tisdel Jaèn ed. University of Alabama Press, 1969, pp. 30-32; trad. di Biancamaria Tedeschini Lalli]

 
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